Vino fave e pecorino 2.0 - un delirio di Pina
Newsletter di fine anno piacevole come il brindisi tra colleghi quando all'ultimo si aggiunge anche il capo
Oggi è una meravigliosa giornata di sole, c’è quel freddo frizzantino che se mi incontri per strada in bici sembro Hilary Clinton al museo delle cere di Madame Tussaud con la faccia immobile ma con il sorriso stampato.
Quando è così lavorare da casa non è un’opzione, ho bisogno di uscire, trovare un bar con le luci spente e il sole che entra dalle finestre, bermi un caffè americano di due litri e mezzo e spararmi nelle cuffie La mia banda suona il rock, oggettivamente una delle canzone più belle che esistano.
Parlavo di lavorare, ma la verità è che la fine dell’anno coincide per forza di cose con bilanci e buoni propositi, quale momento migliore quindi per scrivere la intro di questa newsletter e sproloquiare un po’ con voi.
Nonostante io abbia quasi 30 anni e come 2\3 dei miei coetanei voglio trasferirmi alle Canarie e ho cominciato a fare arrampicata, osservando la mia vision board 2025 la prima cosa che salta all’occhio sulla mia prospettiva di futuro è questa: da grande voglio essere Beatrix Potter.
Appassionata di micologia, ha trascorso anni felici in una fattoria circondata da pecore, sognando e scrivendo di animaletti che dormono al calduccio nelle loro tane nel sottobosco.. se raggiungessi nel mio futuro anche solo metà di questa serenità potrei ritenermi soddisfatta della mia permanenza su questo pianeta.
In più mi sono segnata un paio di cose da tenere a mente per il nuovo anno: mi devo incazzare meno per le stronzate, molto di più per le vere ingiustizie.
Mi devo far scivolare addosso le paranoie, i fraintendimenti, i piccoli disagi quotidiani, mentre devo avere molta più attenzione alle cose che contano davvero: essere libera, essere gentile, non girarmi mai dall’altro lato nel momento del bisogno, amare molto, imparare un sacco di cose.
Ci auguro un anno in cui ci uniamo, incendiamo e indigniamo quando vale la pena, il resto del tempo a prendere il tè con Peter Rabbit e Benjamin Bunny.
CAFFÈ FILTRATO SOLO PERCHÈ È BELLO DIRLO
Iniziamo così, col botto: mi sembrava quasi strano non essere stata colpita fino a sfiorare l’ossessione dall’estetica del caffè e invece, eccoci qui amici miei, volete sapere qual è l’ossessione del momento? Bere il caffè sotto ogni forma e avere a casa un piccolo angolo bar……………….
Non so neanche da dove cominciare a spiegare questa cosa: mi piace tutto quello che c’è attorno al caffè, mi piace da morire prenderlo al bar, con calma, anche se amo osservare le persone che bevono al bancone un espresso veloce. Mi piace scegliere il bar giusto, mi piace pensare a che tipo di caffè potrei bere oggi: americano, con un cubetto di ghiaccio? Mi piace stare almeno 5 minuti in un bar a berlo.
Mi piace andare all’esterno e scegliere tra 10 mila opzioni possibili, mi piace essere a casa e dire: faccio la moka.
Fatto sta che nei 4 mq di casa in cui abitiamo ho allestito in cucina un angolo bar che consiste in:
-tazze a non finire, ciotole e piattini per la colazione
-la mia collezione di cucchiaini e la caraffina per il latte
-barattoli di caffè, caffè di cicoria, caffè solubile, orzo ecc ecc
Niente di straordinario o che assomigli lontanamente ad un angolo bar, eppure aspettatevi di venire a casa mia, vedermi smacchinare davanti ad una mensolina e sentirvi domandare: Ciao Stefania, il solito?
Ecco cosa potrebbe rendere davvero il mio angolino bar il mio angolino bar dei sogni:
Macchinetta per espresso, tipo questa di Create + una fornitura di miscele di vario tipo
La French press di HAY - ovviamente - perché sono un cliché vivente
Aggeggio per fare il caffè filtrato - mi piace molto semplice in vetro tipo così:
Anche se dopo aver visto questo video si è creato in me come un bisogno primario di avere più una cosa tipo questa:
!! Trigger Warning: cimiteri e morte
IL CIMITERO COME LUOGO PER RITROVARE I DIMENTICATI
Sono sempre stata sempre affascinata dai cimiteri per la pace che infondono, non ne ho mai avuto timore perchè come diceva - ipotizzo - Chicca2011 su Tumbler: è dei vivi che bisogna avere paura e sono pienamente d’accordo con questa affermazione.
Anche quando vado a trovare la mia nonna Angela sono serena nel trovarmi lì, è una fortuna avere un luogo fisico dove potersi recare per portare un saluto ad un proprio caro che riposa in pace, non tutti hanno questo privilegio.
Quando vivevo a Roma spesso andavo a fare due passi al Cimitero del Verano e mi piaceva soprattutto soffermarmi accanto alle tombe di persone morte da tanto tempo, e forse dimenticate, per portargli un semplice saluto, anche se non ci conoscevamo.
Di seguito vi lascio qualche spunto, qualora voleste, per approcciarvi lentamente a questa tematica.
Quando ho letto Cambiare l’acqua ai fiori è stato meraviglioso, la storia di Violette Toussaint, guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna è rimasta una delle mie preferite in assoluto.
Ascolto con grande interesse il podcast di Giulia Depentor Camposanto dedicato a chi adora leggere le storie scritte sulle lapidi, a chi osserva con curiosità le fotografie sbiadite dal tempo.
Infine ho scoperto sui social una ragazza che si fa chiamare Beccamorta che con grandissima sensibilità parla proprio di questo tema, spesso pulisce tombe dimenticate e impolverate, restituendo al defunto, con cura e accortezza, un momento di ricordo e un pensiero.
20 MINUTE CANDLES
Adesso voi mi dite, l’umanità secondo voi aveva bisogno di candele che durano 20 minuti per poter tracciare visivamente e simbolicamente lo scorrere del tempo? No.
E secondo voi, sono caduta in questa trappola consumistica o sono stata abbastanza lucida da deviare il proiettile? Vi lascio dedurre le vostre conclusioni.
Cosa volete da me? Lasciatemi stare….
HO COMPRATO UNA MACCHINA DA CUCIRE, DA DOVE COMINCIO?
Pensate che regalo tenerissimo da portare in dono ad un amico che ti invita a cena, una deliziosa bottiglia di vino dentro al suo sacchettino in stoffa fatto da voi. E’ un pensiero piccolo ma è un dettaglio che trovo adorabile!
Tra l’altro è un progetto adattissimo a chi è alle prime armi con il cucito, è una delle cose più semplici da realizzare, e se trovate delle belle stoffe colorate e divertenti vedrete vi darà un sacco di soddisfazione!


Qualora foste più tipi da “ma non c’è già fatto"?” questi sono rispettivamente di Baggu e La Veste (che potrebbe tranquillamente farmi un contenitore per raccogliere le feci che penserei: A-DO-RA-BI-LE)
BABKA AL CIOCCOLATO
Lungi da me scansare di lato Cucina Botanica ma tantissimi di voi (3) mi hanno chiesto info sul babka al cioccolato vegano che ho cucinato un paio di volte.
E’ una ricetta semplicissima, ve la linko qui per gli ingredienti, e vi lascio scritte giusto un paio di informazione: io ho dimezzato la dose di zucchero perchè mi piace meno dolce (visto che poi comunque ci va la nocciolata) e viene buonissimo lo stesso. Con le stesse dosi scritte in ricetta ho ricavato 2 babka al posto che 1 in stampi classici da plumcake in carta. E infine spennellare un po’ di uovo sopra (latte di soia per mantenerlo effettivamente vegano) fa in modo che si crei una crosticina sopra croccantissima. Tempistiche di impasto ideali: Impastare il pomeriggio\sera, lasciar lievitare tutta notte e la mattina seguente, prima di pranzo stenderlo, spalmare la nocciolata, intrecciarlo e metterlo in stampo, infornarlo per merenda!